Il condhotel (o condo hotel) è pronto per la sua entrata in scena in Italia. A marzo è stato firmato il decreto che regolamenta le condizioni dei condhotel, una formula nata e molto diffusa negli Stati Uniti, ma anche in altri paesi oltre oceano.

Di cosa si tratta e come funziona?

In sostanza si tratta di strutture alberghiere a gestione unitaria costituite da diversi ambienti, tra cui vere e proprie camere d’albergo e unità abitative autonome (con cucina) a destinazione residenziale.

Gli appartamenti verranno venduti e il nuovo proprietario instaurerà un contratto di gestione con il responsabile dell’intero condhotel per formulare bene le condizioni di utilizzo: il proprietario potrà infatti godere del suo appartamento solo per un certo periodo dell’anno mentre durante il resto del tempo l’appartamento verrà messo in affitto. Condhotel e proprietario divideranno tra di loro gli utili che ne derivano.

Quali sono le condizioni che un condhotel deve rispettare?

Secondo il DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) i condhotel devono avere le seguenti caratteristiche:

  • almeno 7 camere;
  • presenza di una portineria unica (reception);
  • deve essere eseguito un intervento di riqualificazione che porti la struttura alberghiera all’ottenimento di almeno 3 stelle;
  • rispetto di una percentuale massima, pari al 40 % della superficie netta, dedicata alle unità abitative ad uso residenziale;
  • gestione unitaria e integrata dei servizi del condhotel e delle camere, delle suites e delle unità abitative ad uso residenziale;
  • rispetto della normativa vigente in materia di agibilità per le unità abitative ad uso residenziale.

Si tenta così di dare una spinta a strutture che per problemi di dimensioni elevate o per fattori legati alla stagionalità non riescono ad essere remunerative.

L’obiettivo è quello di diversificare e migliorare la qualità dell’offerta turistica, incentivando gli investimenti di riqualificazione delle strutture alberghiere.

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